venerdì 4 settembre 2009

Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avra’ fatta Bartali

Di sicuro cio’ che ha contribuito di piu’ a rendere speciali e bellissime le ultime settimane e’ stato l’essersi trasferito a vivere da Vincenzo. Vincenzo e’ fra le persone piu’ fini e colte che conosca, un vero gentiluomo. E un grande nuovo amico.

Vincenzo ha vissuto tutto l’anno in un bell’appartamento di un’ex palazzina popolare in pieno centro, a due passi dalla biblioteca del King’s, e io ho sostituito un suo coinquilino che ha cambiato casa. Oltre a noi due c’e’ anche Andrea, un ragazzo di Milano, di formazione economista come Vincenzo, simpaticissimo – un altro bonus di quest’ultimo periodo. Diciamo che abbiamo ricostruito un’atmosfera italiana, e quanto ci siamo divertiti!

Anche se si scriveva per piu’ di dieci ore al giorno, quei momenti passati attorno al tavolo sono stati bellissimi e molto goduti. Con Vincenzo, dal caffe’ del mattino alla tisana della notte, si e’ passati in rassegna ai piu’ disparati argomenti: dai Vangeli apocrifi ai Templari, dalla Repubblica di Platone a quella di Berlusconi, dalla purezza della Grecia Classica alla complessita’ della nostra Londra.

Ci siamo ovviamente aiutati molto con il lavoro, sostenedoci a vicenda ma anche discutendo problemi tecnici delle nostre dissertazioni. E Andrea ci teneva stimolati con tante domande, preoccupandosi ogni tanto per la nostra salute mentale...


Andrea poi ha creato tutta una grande metafora ciclistica per descrivere l’impresa mia e di Vincenzo per arrivare a consegnare la dissertazione in tempo. Quindi i momentanei successi durante il percorso erano “i traguardi a punti”, la faticata finale: “il Mont Ventoux” dove noi ovviamente eravamo “gli scalatori”, le difficolta’ impreviste dietro l’angolo: “le crisi di fame” o “le crisi di freddo”, mentre quelle giornate in cui si riusciva a scrivere ben poco, come fiaccati, era perche’ “si era finiti nella rete dei velocisti”. La "volata finale" poi e' stata storica, in notturna, con uno sprint alle luci dell'alba. E ci sono stati pure dei sospetti che non passassimo l'anti-doping.

Ma le emozioni non erano solo per il traguardo finale. A fine giornata, o diciamo meglio, a fine tappa, si verificava di sovente un evento a cui ancora facciamo fatica a credere. A una finestra di fronte al nostro appartamento, dall'altra parte della corte, una giuovine pulzella si presentava ignuda, cosi', diciamo senza che le condizioni atmosferiche lo giustificassero. Chissa', forse era il suo modo di voler pagare i corridori del loro sforzo. Non sappiamo. In ogni caso si correva meglio.

"Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai al cine, vacci tu. - za za ra zaz,
za za ra zaz, za za ra za za za za za zaz."

Nessun commento: