sabato 18 ottobre 2008

Cumberland Lodge

Lo scorso weekend il Dipartimento di Filosofia ci ha portato a passare un weekend residenziale in campagna, tutti assieme, studenti, ricercatori e professori. Eravamo a Cumberland Lodge, una vecchia residenza di caccia nel grande parco reale di Windsor, il castello della Regina. Bisogna che proviate a immaginare la quintessenza della English Countryside. Un bosco ampio e remoto, i colori dell’autunno sulle foglie, i prati verdi, la residenza isolata nel bosco, i ritratti della famiglia reale e degli ospiti illustri della Regina, i caminetti ampi nei saloni, libri rilegati all’antica sui muri, l’odore di legno, il rumore leggero dei passi sulla moquette… chi ha letto Sherlock Holmes – Il Mastino dei Baskersville potrebbe avere la giusta immagine in mente.


Il weekend consisteva in lezioni da parte di professori e studenti su temi non classicamente accademici, ma trattati con approccio filosofico. La filosofia delle immagini fotografiche, la poesia come apertura conoscitiva sul mondo, la problematicita’ delle democrazie liberali che operano riduzioni di liberta’ personali o civili per proteggere valori ritenuti fondamentali (e qui ho pensato molto ad Alberto che ci ha fatto scuola per anni sulla difficolta' di un sistema che si deve affermare come assoluto, ma contemporaneamente valorizzare la diversita'). Molto, molto rinfrescante. E dopo ogni intervento un dibattito. Una nota particolare, ma interessate: per norma `etica’ erano gli studenti piu’ giovani ad avere il diritto di parlare per primi affinche’ non vengano soffocati da chi ha piu’ esperienza. Pensate. Un piccolo gesto (come tanti altri che costituiscono questo sistema educativo veramente inclusivo e rispettoso, oltre che di eccellenza) che testimonia l’attenzione per tutti ed evita l’abuso delle gerarchie.

Sabato sera, prima del party, c’e’ stato anche un quiz filosofico al bar, dove studenti e professori giocavano in squadra assieme. Incredibile vedere Papineau, il capo del dipartimento, divertirsi seduto per terra con una birra in mano. Poi chiacchierando con lui ci siamo un po’ addentrati nel problema filosofico che mi interessa, determinismo e liberta’ nel mondo fisico, nell’azione umana, nel rapporto Dio-creature. Con lui sto seguendo un corso sulle cause dell’azione umana. Alla fine mi ha invitato ad un colloquio la prossima settimana – questa volta senza birra e con il mio saggio in mano – per approfondire. Veramente una bella opportunita’.

Uno degli interventi che mi ha stimolato di piu’ e’ stato quello di un dottorando italiano che tentava un esame scientifico delle credenze religiose. Non entro in quei dettagli, ma lo spunto per me e’ stato quello di pensare alla differenza fra i processi di giustificazione di un credo scientifico e di un credo religioso. `Conoscere’, nel senso tecnico ai cui sto venendo qui educato, significa avere una credenza vera ed essere in grado di giustificarla. La giustificazione scientifica passa attraverso la verifica sperimentale, la riproducibilita’, la possibilita’ di descrivere e predirre fenomeni simili con una teoria, eccetera. Nel caso del credo religioso, o credenza religiosa, come avviene la giustificazione?

Mi sono ricordato delle lezioni fondamentali sulla dinamica della fede acquisite alla Scuola di Comunita’ di Comunione e Liberazione al Sincrotrone di Trieste. Nella dinamica della fede si acquisiscono delle verita’ attraverso la testimonianza. Vengo a conoscenza di qualcosa di vero attraverso la testimonianza di un testimone la cui attendibilita’ ho verificato con la ragione e con l’esperienza. Questa e’ una dinamica di conoscenza molto piu’ ampia, assolutamente non limitata all’ambito religioso. In verita’ e’ la modalita’ piu’ comune di conoscenza. Pensa a tutte le cose che puoi dire di `conoscere’. Quante di queste sono state da te verificate scientificamente, comprese totalmente in modo autonomo? Quante invece sono acquisite attraverso la mediazione di qualcuno? Ed e’ un modo di conoscere squisitamente razionale perche’ impiega la ragione nella sua totalità, anche se in modo diverso da come si usa la ragione per effettuare una prova scientifica. Se mia mamma mi dice: non andare a Udine dalla parte di Fagagna perche’ sono appena passata e c’e’ un incidente che blocca la strada. Ho appreso qualcosa di vero per testimonianza. Sarebbe irrazionale se andassi per Fagagna. Perche’ ho motivo di credere attraverso scrutinio razionale e comprova di affettivita’ che il mio testimone non mi trae in inganno.

Vorrei provare a scrivere qualcosa sull’epistemologia della testimonianza, cioe’ riflettere in modo dettagliato su come si acquisisce conoscenza attraverso la testimonianza. Da un lato come dinamica normale di conoscenza, dall’altro come dinamica essenziale della conoscenza per Fede. La Chiesa apostolica funziona cosi’.

Incidentalmente, questo e’ un argomento che va a fianco di altri che Benedetto XVI usa per convincere che la fede non e’ contraria alla ragione. Interpreto io: cio’ che e’ squisitamente razionale nella fede non e’ il contenuto ma il metodo. La fede infatti porta a conoscenza di cose che vanno sicuramente oltre la ragione, anche se non oltre la ragionevolezza. Tuttavia il suo metodo, la dinamica di conoscenza per testimonianza e’ squisitamente razionale. Impegna la ragione a pieno nel valutare la credibilita’ del testimone, perche’ include intelligenza, affettivita’, riflessione sulla convenienza di quello che mi viene proposto in rapporto alle mie attese, valutazione delle mie attese, di quello che voglio dalla vita.

Insomma, non e’ ora di scrivere il saggio adesso, ma mi sembra un bel tema su cui lavorare.

Ultima cosa che volevo dire sotto il capitolo Cumberland Lodge e’ che ho incontrato la Regina d’Inghilterra. Domenica alcuni di noi sono andati a Messa alla Cappella Reale nel parco e c’era la regina! Abbiamo parlato con lei, molto semplicemente, mentre camminava fuori la chiesa. Ma vi raccontero’ di questo aspetto “celebrity” a Natale, davanti a una birra. Dopotutto questo non e’ uno di quei fatti che ci interessano nel senso che intendevamo.

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