sabato 18 ottobre 2008

Unam, Sanctam, Catholicam

(et apostolicam ecclesiam). Questa fantastica sequenza di parole ha assunto un significato particolare, preciso, piu’ comprensibile di sempre, due domeniche fa. Ero a Messa alla cattolica Sacred Heart, essenzialmente la mia parrocchia, se prendo seriamente il principio di territorialità. Sacred Heart = Sacro Cuore, un ponte diretto dalla mia vecchia parrocchia a Trieste fino a qui. Stesso nome, tutt’altra cosa, ma stessa Chiesa. Dal mio banco, verso il fondo della chiesa potevo vedere solo persone nere, incluso i sacerdoti. Giuro. Non un bianco (io non posso vedermi – ora che faccio filosofia sono obbligato a fare queste precisazioni… ah ah!).

Fantastico, per la seconda volta (la prima era al ristorante dove ordini pollo e prendi montone) mi e’ sembrato vividamente di essere in Africa. Complici anche i canti con tamburi, chitarra e organo suonati assieme, e uomini e donne bellissimi con i vestiti tradizionali della festa. Mi ha veramente colpito la cattolicita’, l’universalita’ di questa Grande Chiesa che compie lo stesso gesto sia quando sono mani nere che sollevano l’eucarestia accompagnate dall’accento dell’Africa, sia quando sono mani bianche con l’accento friulano.

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