venerdì 3 ottobre 2008

Ipotesi, premesse, tesi


Sono entrato nell’universo meraviglioso delle lezioni di filosofia. Finalmente. Dopo 12 anni di attesa. Meritata attesa. Ricca attesa. Finalmente l’incontro accademico con la grande madre del pensiero. Metafisica, epistemologia, etica… il cielo stellato e la legge morale di Kant, i personaggi dei dialoghi di Platone, le sedie particolari e la sedia universale, l’analisi logica delle proposizioni, il ragionar per sillogismi, le prove classiche dell’esistenza di Dio, San Tommaso…

Tutto sta tornando, sta riaffiorando dagli ancora vividissimi ricordi del liceo, dagli innumerevoli incontri, lezioni e discussioni di tutti questi anni passati a cercare altrove quello che non si trovava con gli arnesi del laboratorio. Ma tutto sta tornando anche attraverso quello che di profondo si e’ potuto capire sulla realta’ del mondo e la possibilita’ della sua conoscenza, acquisito attraverso lo studio della fisica che ha cosi’ tante domande in comune con la filosofia, o almeno le suscita.

Una settimana di profondo godimento, mettendo la punta dei piedi dentro l’acqua dei primi corsi. La prima lezione in assoluto e’ stata quella di David Papineau – un reputato filosofo della scienza - sulla filosofia della mente. Il problema era quello del rapporto corpo-mente. La domanda, questa: gli stati mentali hanno un’origine puramente fisica, oppure c’e’ altro di non fisico che li caratterizza? Una domanda classica, ma con risposte sempre in evoluzione dato l’aumentare della conoscenza nel campo neurologico-cognitivo. Ci sono due posizioni classiche. Il materialismo (gli stati mentali sono solo fisici) e il dualismo (la mente e' qualcosa di altro rispetto all’attivita’ cerebrale). Papineau scrive alla lavagna tre premesse dalle quali consegue la tesi del materialismo. Noi, dai banchi, dobbiamo rifiutare la tesi attaccando almeno una delle premesse. Fantastico. Un gioco intellettuale esilarante, e condotto con maestria e onesta’ tutta inglese. E cosi’ via per tutte le altre lezioni.

La qualita’ dell’insegnamento e’ ottima. Le lezioni sono molto interattive e basate sulla risoluzione di problemi interessanti. E come se non bastasse ci sono i seminari di ricerca, i gruppi di lettura (si leggono i testi fondamentali assieme a professori, ricercatori e studenti, attorno a un tavolo di una vecchia biblioteca nello scantinato impolverato del vecchio dipartimento), le lezioni speciali del Royal Institute of Philosophy (che quest’anno sono centrate sulla religione – domani si parlera’ del rapporto fra religione e societa’ civile, che, qui come in Italia, e’ un tema attualissimo)… La quantita’ di opportunita e’ inebriante.

Ho conosciuto qualche compagno di corso con cui continuare a parlare dopo lezione durante quei pochi passi assieme che portano me alla bicicletta e gli altri chissa’ dove. Chissa’ che fra un po’ non si continui con qualche passo in piu’, fino a un cafe’ o un pub e non ci si conosca meglio.

Per ora sono contento cosi’.

1 commento:

Notevole ha detto...

La Scuola di Atene di Raffaello come hai fatto ad inserirla nel tuo blog? Ivana